
Quando a fine ottocento i francesi costruirono i forti del Mont Froid e della Turra, la batteria di Pattacroce, costruita appena qualche anno prima, fu abbandonata perché sovrastata dalle due opere francesi venne giudicata troppo vulnerabile.
il sito in cui si trovava però era strategicamente molto interessante perché permetteva di tenere sotto tiro il colle del Piccolo Moncenisio e quello di Sardières, possibili direttrici di un’avanzata francese ma anche di un attacco italiano. Fu così che si decise, negli anni trenta, la costruzione sullo sito, ma in caverna, di un’opera che potesse raccogliere il testimone della vecchia batteria ottocentesca.
Nacque così l’Opera B5, armata con 3 cannoni da 75/27, e che risulta una delle opere in caverna più vaste dell’intera piazza. Oltre che dai 3 malloppi che ospitavano i cannoni, l’opera infatti è costituita da diversi locali logistici, camerate e un’osservatorio. Da sottolineare come l’opera fosse supportata da un’opera più piccola, che sarebbe dovuta essere collegata ad essa (il corridoio di collegamento non fu mai completato), collocata sotto l’angolo opposto della batteria ottocentesca, denominata “Opera staccata B5”.
A supporto (e a protezione) dell’opera B5 sorsero nelle sue immediate vicinanze altre opere, tra le quali ricordiamo i centri di fuoco 11 e 12.